05.10.2017

Differenza tra cattiva conservazione ed alterazione degli alimenti: le cattive condizioni generali di conservazione costituiscono reato di danno a tutela del c.d. “ordine alimentare”

Con la sentenza n. 41558/2017 la Corte di Cassazione ha sottolineato la differenza tra stato di cattiva conservazione e alterazione degli alimenti (art. 5, lett. b e d della l. n. 283/1962) specificando che mentre la seconda presuppone l’avvenuto processo modificativo/degenerativo dell’alimento e quindi l’esistenza di un pericolo per la salute pubblica, la prima non richiede la produzione di un danno alla salute, essendo un “reato di danno a tutela del c.d. ordine alimentare, volto ad assicurare che il prodotto giunga al consumo con le garanzie igieniche imposte dalla sua natura”. Pertanto, lo stato di cattiva conservazione degli alimenti si configura quando sostanze alimentari, anche se genuine e sane, «si presentano mal conservate, ossia preparate, confezionate e messe in vendita senza l’osservanza delle prescrizioni dirette a prevenire pericoli di deterioramento o nocumento dell’alimento». Nel caso di specie era stata rigettata dal Tribunale di Bari la richiesta di restituzione di prodotti alimentari (circa 8.000 forme di formaggi) sottoposti a sequestro perché conservati in cattivo stato. Il ricorso dinanzi alla Suprema Corte si fondava sull’assunto per cui la natura del reato in contestazione non dovrebbe escludere la possibilità di verificare l’effettiva pericolosità degli alimenti e della loro attitudine a cagionare un danno allo salute. La Corte, nel ritenere il ricorso infondato, afferma che “in ordine al fumus commissi delicti le fattispecie contestazione si riferiscono a due autonome e distinte figure di reato, avuto riguardo alla diversità delle condotte incriminate, così come dei beni giuridici protetti”.

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