10.08.2004

“Ancora problemi applicativi specifici per la bonifica di acque e suoli agricoli”

Luciano Butti,
Ambiente & Sicurezza, Il Sole 24 Ore, 2004, n. 15, p. 32

La disciplina italiana in materia di bonifica risulta difettosa e palesemente esagerata. Basti fare un paragone con i limiti di PCB per i suoli agricoli previsti in altri paesi europei. Si nota immediatamente che sono di molto superiori a quelli italiani, ponendo il dubbio che, in effetti, si dovrebbe prevedere un’opera di bonifica sulla base di un’analisi del rischio e non sul mero superamento dei valori tabellari. In merito, poi, all’autorizzazione per la realizzazione di interventi di bonifica delle acque emunte, il D. Lgs. n. 22/1997 prevede una preventiva autorizzazione comunale, che però, secondo il decreto, dovrebbe richiedersi anche per gli interventi di emergenza, con conseguente allungamento dei tempi, in contrasto con il significato del termine “urgenza”. Si riscontra, inoltre, una totale assenza di disposizioni che stabiliscano i valori limite accettabili degli inquinanti residui nelle acque emunte che, dopo il trattamento, devono essere scaricate in un corpo idrico ricettore.

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