Inadempimento agli obblighi di formazione, informazione ed addestramento dei lavoratori: la Corte di Cassazione ne conferma la rilevanza penale
Con la sentenza N. 3898 del 27 gennaio 2017 la Corte di Cassazione si pronuncia nuovamente sulla rilevanza penale dell’inadempimento datoriale (e/o dirigenziale) agli obblighi formazione, informazione ed addestramento dei lavoratori. La pronuncia si sofferma, in particolare, sul rapporto tra la norma sanzionatoria ed il contenuto dell’Accordo Stato – Regioni del 2011, fornendo un’interessante interpretazione in ordine all’estensione degli obblighi in capo al Datore di Lavoro il cui corretto adempimento, come accade per tutta la materia della salute e sicurezza sul lavoro, non può risolversi nella mera ottemperanza ad obblighi formali. Afferma, infatti, la Corte che “l’Accordo, di cui al secondo comma dell’art. 37 [l’Accordo Stato-Regioni, appunto], svolge pertanto una funzione meramente processuale riservata al piano probatorio, fermo restando che, in materia di prevenzione degli infortuni sul lavoro, non rileva la mera ottemperanza di obblighi formali, incombendo sui titolari di una posizione di garanzia a tutela dell’incolumità dei lavoratori di impedire, purché il garante abbia i necessari poteri d’intervento, qualsiasi evento lesivo in concreto verificatosi, in quanto gli obblighi informativi e formativi non si esauriscono nell’informazione e nell’addestramento, in merito ai rischi derivanti dalle mansioni esercitate dal lavoratore, venendo così detti obblighi relegati ad una fase meramente statica del rapporto di lavoro, ma implicano che si tenga conto, per espressa previsione normativa, della fase dinamica del rapporto e perciò anche dei rischi derivanti dalla diretta esecuzione delle operazioni di lavoro”.